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Concerto di Pasqua

Momenti Musicali

Graziella Failoni soprano
Maila Fulignati soprano
Clarissa Reali soprano
Paolo Gonnelli pianoforte
Riccardo Foti organo
Quartetto TAAG

Schola Cantorum Francesco Landini
Fabio Lombardo direttore

FRANZ SCHUBERT (1797–1828)
An die Sonne D.439

FRANZ SCHUBERT (1797–1828)
Gott ist mein Hirt. Der XXIII Psalm op. 132 D.706

FELIX MENDELSSOHN BARTHOLDY (1809–1847)
Hör mein Bitten MWV B49
Clarissa Reali soprano

FRANZ SCHUBERT (1797–1828)
Quartettsatz D.703
Quartetto TAAG

FELIX MENDELSSOHN BARTHOLDY (1809–1847)
Sonntagsmorgen da 3 Lieder op. 77
Abschied der Zugvögel da 6 Lieder op. 63
Herbstlied da 6 Lieder op. 63
Graziella Failoni soprano
Maila Fulignati soprano
Clarissa Reali soprano

ROBERT SCHUMANN (1810–1856)
Drei Gedichte von Emanuel Geibel op. 29
Ländliches Lied
Lied
Zigeunerleben

FRANZ SCHUBERT (1797–1828)
Drei Lieder op. posth. 112
Gott um Ungewitter D.985
Hymne an den Unendlichen D.232
Gott der Weltschopfer D.986

Ingresso libero

La millenaria Basilica di Santa Trinita accoglie l’8 aprile alle ore 21:00 il Concerto di Pasqua, di cui sono protagonisti la Schola Cantorum “F. Landini” diretta da Fabio Lombardo, le voci soliste di Maila Fulignati, Graziella Failoni e Clarissa Reali, il pianoforte di Paolo Gonnelli, l’organo di Riccardo Foti e gli archi del Quartetto TAAG.
Una nutrita rappresentanza delle forze della Scuola, dunque, per incontrare la spiritualità romantica mitteleuropea di Schubert, Mendelssohn e Schumann.
Non tutta musica sacra, ma preziose vesti musicali che vivificano testi sia profani che religiosi.
È il caso di Gott ist mein Hirt (Il Signore è il mio pastore), il celebre Salmo 23 musicato nel 1820 da Schubert e destinato alla scuola di canto fondata da un’amica viennese, che desiderava diffondere la musica tra le ragazze, escluse dai cori ginnasiali.
Eseguito per la prima volta alla Crosby Hall di Londra nel 1845, Hör mein Bitten per soprano, coro e organo di Felix Mendelssohn (1844) si apre con il canto del soprano solista su accompagnamento dell’organo in forma polifonica. Nel successivo Allegro moderato interviene il coro, in un dialogo imitativo e contrappuntistico col soprano che si appoggia sul cromatismo armonico dell’organo.
S’inquadra perfettamente nella storia creativa di Schubert il Quartettsatz in do minore D. 703, scritto ancora nel 1820 e composto soltanto da un tempo Allegro. La scrittura è particolarmente densa e drammatica e si distende solo in un tema cantabile (dolce, in partitura). Il successivo Adagio si interrompe dopo solo quattro misure, seguendo il destino di altre celebri partiture schubertiane.
Ancora Mendelssohn, con tre canti composti tra il 1836 ed il 1944 e poi Schumann, che nei Drei Gedichte von Emanuel Geibel op. 29 descrive in musica un quadretto rurale, il cuore dell’innamorato spezzato dall’assenza della compagna e gli zingari in festa.
Di nuovo Schubert per concludere, con i Tre lieder op. post. 112, una serata in cui gli appassionati potranno gustare grande musica di raro ascolto.

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