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Insegnare musica ai tempi del coronavirus

L’emergenza sanitaria ha comportato per tutti repentini cambiamenti ed a Scuola la tempestiva attivazione di varie modalità per la didattica a distanza . Ne parliamo con Marina Raimondi, che a Fiesole tiene una classe di violino e dal 2008 ha avviato l’attività delle orchestre infantili, oggi denominate Micromusici e Piccolissimi Musici.

La sua preparazione non solo ha seguito l’intero iter fiesolano (si è diplomata sotto la guida di Boriana Nakeva nel 2006), compresa la partecipazione all’Orchestra Giovanile Italiana, ma è stata particolarmente accurata anche sul piano didattico, nell’ambito del Metodo Suzuki e nella Metodologia per violino “Colourstrings”, fino al conseguimento del titolo di Master Universitario per “Operatori musicali per orchestre infantili e giovanili”. Le abbiamo chiesto di raccontarci come sta vivendo, con gli allievi ed i colleghi, queste difficili settimane.

Partiamo dall’inizio…
Sabato 7 marzo era il giorno che avevamo fissato, con Fanny Ravier, per il saggio delle nostre due classi di violino: oltre 30 allievi si stavano preparando per questo appuntamento, e ho ancora tra le mani i programmi di sala che avevo fatto stampare e ritirato alla Scuola. Un giorno atteso con impazienza in particolare dai più piccoli, che avrebbero dovuto suonare anche tutti insieme. Annullare il saggio è stata per tutti una delusione, ma appena saputo che anche le scuole avrebbero sospeso l’attività ho cercato di dare subito un segnale di presenza e vitalità ai miei 17 allievi di violino. 

Ovvero?
Ho inviato un semplice messaggino, assegnando a ciascuno qualcosa di nuovo da leggere… insomma un segnale di normalità, una vicinanza che voleva suggerire come questo tempo “vuoto”, che all’inizio doveva essere breve, potesse essere dedicato alla musica. 

Invece le cose sono andate diversamente
Infatti, sono già passate le prime tre settimane, nelle quali ci siamo gettati a capofitto nell’organizzazione della didattica a distanza, reinventata ascoltando l’opinione degli allievi, parlando con i genitori dei più piccoli per capire quale fosse la strada migliore, e prendendo spunto dall’esperienza dei colleghi, con i quali si è mantenuto uno stretto contatto.

Come funziona per la tua classe?
Ogni settimana facciamo una lezione in diretta Skype (ma ho intenzione di provare anche altri sistemi) e una in differita tramite audio e video, che gli allievi mi inviano in giorni fissi; rispondo via whatsapp con audio o video, brevi testi e immagini degli spartiti con le indicazioni dei punti da rivedere. Riascoltare le registrazioni e inviare le correzioni è un lavoro che richiede molto tempo (non invidio affatto chi lo sta facendo con gli allievi di triennio, o addirittura del perfezionamento), molto più di quello che trascorrevo con gli allievi alla Scuola, ma lo stiamo facendo perché riteniamo sia un metodo valido, in questa difficile situazione. 
È stato necessario spiegare ai ragazzi che quando si manda una registrazione questa non dovrebbe essere l’unico esemplare, ma la migliore versione dopo un certo tempo di studio e vari tentativi, e che se si sa già che contiene molti errori vale la pena farne subito un’altra. Ho optato per questa organizzazione –metà in diretta e metà in differita – perché la lezione in diretta non è esente da difetti: c’è il vantaggio di poter ricreare un contatto umano con i ragazzi, ma non si può intervenire sulla postura, non si possono curare tanti dettagli, non si può suonare insieme agli allievi perché spesso l’audio non arriva simultaneamente e la qualità del suono è inferiore a quella reale. 
Ricevere regolarmente indicazioni preparate per ognuno sopperisce almeno in parte alle mancanze di una lezione dallo schermo e costituisce un supporto allo studio. Trattandosi di un’attività sperimentale sono aperta ad eventuali cambiamenti di metodo in base alle necessità dei singoli allievi, ma per adesso mi sembra che stia funzionando.

E come sono organizzate invece le lezioni condivise di strumento del nuovo DEMIA? 
Nell’ambito del DEMIA (dipartimento di educazione musicale per infanzia e adolescenza) ho attivato quest’anno un primo gruppo composto da 3 bambine di 5\6 anni, che condividono ogni settimana la lezione di violino; anche per loro è stato necessario trovare una strategia didattica per affrontare l’imprevisto. Ho chiesto aiuto a Sergio Costa, pianista accompagnatore della classe (in questo periodo in cui Irene Novi, che lavora con me da anni, è in maternità), per registrare le basi di alcuni brevissimi brani che costituiscono il repertorio per le tre bambine e, con grande partecipazione e collaborazione dei genitori, il gruppo continua ad essere tale anche a distanza, con una piccola lezione individuale in diretta e un saluto finale a tutte insieme, per chiarire quali sono le attività da svolgere a casa. Nel caso delle bambine non è stato difficile chiedere la presenza e la partecipazione dei genitori perché già accadeva alla Scuola, dato che la collaborazione delle famiglie è uno dei punti fermi del progetto. Credo che la didattica online sia più faticosa per i genitori che abitualmente non seguono i figli piccoli nella musica, ma in generale stiamo notando un grande interesse da parte di molti genitori, che ci aiutano a rendere più proficue le lezioni a distanza.

Siete riuscite a continuare anche il lavoro delle orchestre? 
Sì, ma non è facile. Seguo due orchestre infantili della Scuola, quelle dei primi anni di studio che accolgono violini, violoncelli – adesso anche una viola – contrabbasso, pianoforti e arpe. 
Con le colleghe ci siamo inventate un sistema per rimanere in contatto con i 37 allievi dell’Orchestra Piccolissimi Musici, sia per ripassare i brani appena suonati in occasione del Weekend di musica da camera, sia per insegnare brani nuovi. Consapevoli che, se la lezione individuale si può decentemente riproporre via Skype, quella collettiva diventa decisamente complessa, anche se non impossibile. Abbiamo realizzato alcune registrazioni artigianali, partendo dalla parte di pianoforte suonata da Katja Todorow e poi aggiungendo, separatamente, le parti degli archi, che ognuna di noi ha sovrainciso da casa. 
Da questa settimana abbiamo iniziato anche le lezioni di orchestra su Skype, in piccoli gruppi divisi per strumento, perché inviare solo il materiale non basta, quindi Luna Michele ed io ci occupiamo dei violini e di una giovanissima allieva appena passata a viola, mentre Lisa Napoleone cura i violoncelli ed il contrabbasso (visto che Valeria Brunelli, con cui curo quest’orchestra da 12 anni, è appena entrata in maternità); Katja Todorow si occupa dei piccoli pianisti e anche delle arpe, sempre in contatto con Susanna Bertuccioli per la realizzazione delle parti specifiche. Ovviamente non si può suonare tutti insieme, ma si possono fare tanti giochi e suonare le scale e i brani a “passaparola”, cioè a turno, ascoltando il compagno (come i bambini fanno sempre in orchestra). 

Fantasia e buona volontà non mancano davvero a questo team! Come reagiscono le famiglie a tutte queste sollecitazioni musicali per i loro bambini?
Come mi ha scritto una mamma, questi impegni sono un modo per ritornare un po’ alla normalità, i bambini si vedono, si salutano e suonano insieme. Con le lezioni di orchestra stiamo andando avanti con il programma pensato prima dell’emergenza. I bambini dell’orchestra ci inviano anche i video dei brani o delle scale con i vari ritmi proposti da noi, e ricevono commenti e correzioni. Siamo in contatto con tutti. Magari nelle prossime settimane avremo modo di provare altre combinazioni, anche con gruppi misti di strumenti. 
Come il coro seguito da Ennio Clari e dai suoi collaboratori, anche noi ci stiamo preparando per il concerto per Coroinsieme che si terrà al Teatro Romano di Fiesole ai primi di giugno.

E con i Micromusici cosa siete riuscite ad inventare?
Qui è ancora più difficile perché, essendo l’Orchestra Micromusici un gruppo di 15 bambini al primo anno, anche le famiglie si sono da poco affacciate al mondo della musica e della Scuola, e hanno avuto poco tempo per familiarizzare con noi, visto che gli appuntamenti, a cadenza mensile, erano iniziati solo dallo scorso novembre. Per questa orchestra ci è venuta in aiuto Irene Novi, che con me progettò nel 2015 la prima edizione dei Micromusici: conoscendo il lavoro che facciamo e come si realizzano i brani, ha registrato al pianoforte le basi per i bambini. Sono lezioni difficilmente replicabili a distanza, ma ci stiamo provando. 
La fiaba musicale che ho scelto e riadattato con Katja per i Micromusici 2020 si chiama I colori delle emozioni; ci auguriamo che, in un momento pieno di cambiamenti e rinunce, questo libro che parla di allegria, paura, calma, rabbia e tranquillità li aiuti non solo a mantenere il contatto con la musica, ma anche a tirar fuori le tante sensazioni inesprimibili che provano ogni giorno.
Infine, per entrambe le orchestre – così come per la classe di violino – abbiamo coinvolto nella registrazione delle basi dei brani d’orchestra i ragazzi che seguivano con noi il corso di triennio di Pratica dell’accompagnamento pianistico. Un modo per avere continuità anche con loro.

La didattica a distanza ti coinvolge anche sotto l’aspetto genitoriale…
Proprio così: mio figlio Giulio studia a Scuola il violoncello ed è seguito da Alice Gabbiani con una lezione ogni settimana in diretta e una in differita con video; è in contatto anche con Maria Grazia Lovisolo, che ha inventato attività personalizzate per ognuno dei suoi gruppi di solfeggio, per un totale di… 88 allievi!! Giulio partecipa anche all’Orchestra Piccolissimi Musici, perciò riceve da Lisa Napoleone i materiali e le invia i video. Così in una stanza io faccio lezione ai violini e nell’altra lui segue la lezione dei violoncelli.
Non è facile, perché anche a lui mancano sia il contatto umano della lezione in presenza sia la possibilità di stare con gli amici, ma poiché tutti gli altri fanno lo stesso, si sente comunque parte della comunità scolastica. Ovviamente le mie giornate – come quelle di tanti colleghi con i figli piccoli – sono particolarmente pesanti, perché lavorare da casa, con in più le quotidiane incombenze familiari e la cura dei nostri due bambini sta rendendo questo periodo davvero intensissimo.

Suppongo che questo valga per moltissimi genitori…
Le più provate da questa situazione sono infatti proprio le famiglie, che si trovano a stravolgere le abitudini e l’organizzazione, barcamenandosi tra lezioni della scuola statale, lezioni di musica, tutorial per lo sport in casa, piattaforme per tutti i gusti magari per più di un figlio (ovviamente con orari tutti diversi!) e devono anche dividersi i supporti elettronici. Alcuni genitori, per giunta, fanno tutto questo dopo il turno in ospedale…
Tra l’altro ai genitori dei piccoli chiediamo anche la presenza alle lezioni Skype, quindi siamo consapevoli del loro impegno e desideriamo ringraziarli ed incoraggiarli, offrendo inoltre la massima disponibilità ad aiutarli nel risolvere le piccole criticità degli archi, tra cui ad esempio accordatura e cambio corde, per i quali forniamo un supporto “in diretta”.
Sono tante le famiglie che ci hanno ringraziato, apprezzando la nostra capacità di inventiva e la volontà di mettere a frutto comunque questo periodo difficile. 

Da quest’anno sei anche coordinatrice del dipartimento archi della Scuola…
È un incarico che in questa situazione si sta rivelando particolarmente impegnativo: i coordinatori si incontrano settimanalmente online per fare il punto sulla gestione di questo delicato momento. Dalle riunioni è nata un’interessante occasione di confronto tra chi aveva già sperimentato la didattica a distanza e ne portava testimonianza, e chi riferiva le strategie e le tecniche usate dai docenti di tante discipline – anche teoriche – che si sono messi a pensare a soluzioni alternative. Stiamo facendo una riflessione sulle buone pratiche in un contesto didattico particolare e alla Scuola si lavora instancabilmente per mettere a disposizione di docenti e allievi una piattaforma informatica, che potrà essere utilizzata da tutti. 

Vuoi dire che questa situazione – nonostante le notizie drammatiche da cui siamo bersagliati – può contenere qualche piccolo aspetto positivo?
Come insegnanti abbiamo il dovere dell’ottimismo, soprattutto perché la prosecuzione delle attività rassicura i piccoli e organizza il loro tempo improvvisamente vuoto. I bambini possono ampliare gli spazi dedicati alla musica, che invece solitamente li occupa a fine giornata, quando sono stanchi e meno ricettivi, ed anche i liceali hanno sicuramente più tempo. Se usato bene e se adeguatamente monitorato da tutti noi, questo periodo potrà costituire per molti un’occasione di progresso. 
Per noi docenti si tratta di un’opportunità da non perdere per ripensare alcuni aspetti della nostra didattica, e anche per immaginare di sfruttare la tecnologia in tempo di “pace”, perché le registrazioni possono aiutare i bambini ad arrivare a lezione con una maggiore consapevolezza del testo. 
Tutto da fare, tutto da pensare con uno spirito nuovo, e speriamo con una riconquistata serenità, quando tutto questo sarà finito.

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