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Intervista a Daniele Ciampi

La Scuola di Musica di Fiesole è particolarmente grata alla Fondazione Alimondo Ciampi, che da molti anni aiuta i giovani musicisti, in particolare coloro che frequentano i Corsi di Perfezionamento, ed anche gli strumentisti dell’Orchestra Giovanile Italiana.
Daniele Ciampi, Presidente della Fondazione, ha gentilmente accolto il nostro invito a raccontarci qualcosa di più, a proposito di questa generosa amicizia.
Intanto, un “grazie” di cuore da parte di tutti coloro che negli anni hanno potuto beneficiare delle borse di studio della Fondazione!

Quali motivazioni hanno portato al sorgere della Fondazione?
La Fondazione Alimondo Ciampi nacque per volontà di Giotto Ciampi, figlio di Alimondo (1876-1939), e di mio padre Remo. Giotto desiderava onorare il padre scultore mantenendone vive la memoria e le opere sia attraverso la diffusione di quest’arte, sia aiutando -con borse di studio- i giovani scultori fiorentini che si trovavano in difficoltà finanziarie. Nei primi anni di attività ci si rese conto però che erano ben poche le occasioni per elargire borse di studio, poiché la scultura è un’arte poco diffusa tra i giovani di una sola città. Si decise quindi di estendere il raggio di azione, cercando promettenti artisti anche al di fuori di Firenze.

Com’è avvenuto l’ampliamento dell’attività benefica della Fondazione in direzione dei giovani musicisti?
Mio padre Remo ebbe occasione di conoscere il Maestro Piero Farulli, del quale aveva sempre avuto una profonda stima ed ammirazione sin da quando era la viola del Quartetto Italiano. Durante il loro incontro si manifestò subito un reciproco interesse nel coinvolgere la Fondazione in modo tale che una parte di contributi potesse essere destinata ad alcuni allievi meritevoli della Scuola di Musica di Fiesole. Questo incontro fece quindi scaturire nel consiglio della Fondazione la decisione di rivedere, per una seconda volta, i limiti per l’erogazione dei contributi. Sebbene la scultura e le arti figurative sarebbero restate il principale obiettivo della Fondazione, allargare i contributi anche ad altre arti non figurative avrebbe significato concedere molte più borse di studio e, di conseguenza, aiutare tanti altri giovani artisti nel proseguimento dei loro studi.

La vostra azienda agricola di Monterinaldi produce Chianti con grande successo, fin dagli anni ’60…Recentemente il binomio vino & musica sta conoscendo un momento felice, sia nell’apertura delle cantine ai concerti, sia addirittura nella diffusione della musica nei vigneti…cosa ne pensa?
L’abbinamento del vino con la musica ha radici antiche, e negli ultimi anni sono state sperimentate riproduzioni musicali in cantina e nelle vigne. Pare che le onde sonore della musica intervengano sulla dolcezza del vino nelle botti. Ritengo tuttavia difficile stabilire quanta influenza possa avere nell’affinamento la sola musica; altri fattori entrano sempre in gioco, le botti in primis. Penso invece che ascoltare una buona musica degustando un bicchiere di buon vino sia una esperienza molto più piacevole, immediata, e alla portata di chiunque.

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