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Intervista a Stefano Dalpiaz

L’assidua frequentazione dei vostri tre figli alle attività formative fiesolane ha senz’altro reso possibile una conoscenza dei meccanismi della Scuola particolarmente approfondita e prolungata nel tempo…come pensa che questo possa contribuire ad indirizzare le attività del nuovo incarico?
Più che dalla conoscenza di alcune procedure, credo che le attività dell’Associazione possano essere indirizzate dai rapporti – di confronto e collaborazione – con le persone che vivono la Scuola ogni giorno: insegnanti, direzione e amministrazione, allievi e famiglie. Sarebbe bello riuscire a far interagire in modo più articolato queste tre realtà inscindibili, magari creando occasioni specifiche di incontro, con la musica come elemento di unione.

C’è una tradizione familiare che vi ha suggerito di proporre gli studi musicali ai vostri ragazzi? Come avete scelto la Scuola?
Non c’è una vera e propria tradizione familiare che possa aver influenzato le nostre scelte, anche se mia moglie Laura ha studiato pianoforte. Amiamo la musica: in casa o in auto le note ci accompagnano quasi senza interruzione. Offrire ai nostri figli la possibilità di imparare a suonare uno strumento è stato del tutto naturale. Alla Scuola siamo arrivati attratti dal progetto del Maestro Farulli e delle persone che quel progetto hanno condiviso e condividono ancora oggi e dal fatto che anche bambini molto piccoli, giocando, sono messi ben presto in condizione non solo di suonare, ma anche di farlo con e per gli altri: “la musica è un bene da restituire”, non sono solo parole. L’esperienza è poi proseguita e prosegue felicemente, grazie anche ai tanti straordinari compagni di avventura incontrati alla Scuola.