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Intervista doppia: Sorgentone e Onerati

O. Ci stiamo occupando di progetti di alfabetizzazione musicale ormai da quindici anni.
Ci siamo concentrati su quest’attività, perché ci siamo resi conto che il vero problema della diffusione della musica in Italia è la totale mancanza di un’educazione di base. Abbiamo quindi promosso la formazione di bande musicali nella scuola dell’obbligo, dove a tutti i ragazzi sia data l’opportunità di accostarsi alla pratica della musica, con insegnamenti collettivi di strumenti a fiato.
È venuto quindi naturale per quest’attività cercare un collegamento con la Scuola di Musica di Fiesole,  e quando ci è stato proposto di allargare l’esperienza dell’Orchestra delle Piagge agli strumenti a fiato, siamo stati ben lieti di partecipare.  

Che cosa significa per voi seguire da vicino il sorgere e lo svilupparsi di un Nucleo di orchestra infantile?
S. Per la nostra filosofia, i bambini che suonano non rappresentano solo i musicisti di domani, ma soprattutto i musicisti di oggi. La pratica musicale non può puntare solo sull’”eccellenza”: chiunque dedichi alla musica il proprio tempo e la propria concentrazione merita tutto il nostro rispetto. Il grado di attenzione e di entusiasmo che ho visto nei ragazzi delle Piagge non mi è parso inferiore a quello delle migliori orchestre professionali.
O. Quando ci troviamo a partecipare a eventi o rassegne che coinvolgono gruppi di ragazzi che hanno cominciato con attività da noi promosse, ci sentiamo sempre fieri, perché crediamo fermamente di aver fatto qualcosa per la comunità che ha la fortuna di poter far l’esperienza di cosa significhi “fare musica”. Dove questi progetti riescono ad avere continuità, in pochi anni si stabilisce una sorta di “tradizione”, e la musica ottiene il posto che meriterebbe nella vita della comunità, e che troppo spesso da noi non ha. Questi successi ci ripagano degli sforzi che abbiamo dovuto compiere.
I nuovi piccoli musicisti scoprono la gioia di suonare attraverso gli strumenti che mettete a loro disposizione: mostrano di prendersi cura dello strumento che ricevono?
S. Anche su questo aspetto bisogna sfatare un mito: spesso i bambini hanno un rapporto di grande attenzione e vero affetto nei confronti degli strumenti musicali che utilizzano; gli incidenti sono sempre possibili, ma non mi sembra che siano più frequenti rispetto agli adulti. Naturalmente tutto ciò presume da parte di insegnanti e genitori un atteggiamento di rispetto verso gli strumenti: non servono divieti o punizioni, basta l’esempio.
O. Ovviamente non si può pretendere che i ragazzi, specie i più piccoli, abbiano l’attenzione che hanno (o dovrebbero avere) gli adulti: in questi anni ci siamo fatti una nuova esperienza di incidenti e tipi di guasti che prima non riuscivamo neanche ad immaginare! Spetta a noi e agli insegnanti fornire gli strumenti adatti a questo tipo di lavoro e ad abituare i ragazzi ad una disciplina nel montaggio, smontaggio e cura dello strumento.
I vostri laboratori sono come botteghe rinascimentali, dove le competenze artistiche e tecniche portavano alla creazione e al restauro di oggetti unici. Questo riguarda ancora oggi gli strumenti musicali, che sono delicatissimi “attrezzi” per raffinati professionisti, ma nel nostro caso anche necessari supporti per i piccoli che si affacciano alla pratica musicale. Le due tipologie di utenti hanno senz’altro esigenze diverse…come vi rapportate ai bambini dei Nuclei?
S. Sono molto rare in Italia le botteghe di liuteria che non disdegnano di prendersi cura degli strumenti “da studio”, in parte perché “poco remunerativo”, oppure perché considerato degradante. Noi abbiamo scelto di occuparci anche di studenti e di farlo nella maniera migliore possibile, sviluppando un’attenzione particolare alle esigenze molto diverse delle varie categorie di musicisti. Ne abbiamo ricavato soddisfazioni e riconoscimento anche, e forse soprattutto, da parte degli insegnanti. Tutto sommato, posso dire che occuparsi di strumenti umili rappresenta comunque un arricchimento professionale.
O. Il mondo degli strumenti a fiato in larga parte non è più quello delle botteghe artigiane. L’insorgere di fabbriche, soprattutto cinesi, che producono strumenti a basso costo, ha reso impossibile la sopravvivenza di ditte che possano far loro concorrenza negli strumenti da studio. Il lavoro artigianale è così riservato ai prodotti di fascia alta, o al servizio di assistenza e riparazione, che però ha costi tali da rendere difficile la riparazione degli strumenti da studio.
Questa situazione ha messo in crisi il nostro settore e ci ha costretto a sviluppare un certo grado di elasticità per cercare di fornire un’assistenza di livello professionale in un mercato nuovo, e con problemi nuovi; tuttavia, tutto questo può essere visto anche come un’opportunità, perché oggi avvicinare un ragazzo alla musica costa molto meno di trent’anni fa, ed è proprio questa opportunità che va colta al volo. Inoltre, si sta sviluppando tutto un settore di nuovi strumenti per riuscire ad avviare agli strumenti a fiato anche bambini molto piccoli.
In buona sostanza, per i bambini è necessario scegliere strumenti economici, ma sufficientemente robusti e facili da suonare, e soprattutto fornire costantemente un’assistenza adeguata.