30 Marzo 2020
Bruno Canino: un ricordo di Piero Farulli

In Piero il fare, il costruire qualcosa, il suonare, il pensare la musica, erano inscindibili. Bisognava vederlo e ascoltarlo – lì sì che ho memorabili ricordi – nei concerti del Quartetto Italiano, come in quelli in Klavierquartett con il Trio di Trieste, per sentire come la consapevolezza, la certezza di essere nel giusto, l’amore per la musica erano tutt’uno con la sua persona: come Beethoven aveva dovuto comporre i suoi Quartetti, così Piero doveva suonarli, quasi immedesimandosi.
Senza questa passione, la realizzazione di un progetto inverosimile come quello della Scuola sarebbe stata impossibile.
Bruno Canino