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Intervista a Maureen Jones

Il “triplo trentennale” è una grande festa degli affetti, che sta impegnando nel corso di quest’anno la pianista australiana Maureen Jones.
Grazie all’iniziativa dell’Associazione Piero Farulli e della Scuola, sarà festeggiata in Auditorium Sinopoli domenica 19 novembre, con un concerto del quale sarà protagonista lei stessa, alla tastiera insieme a Massimiliano Baggio, suo partner di tanti concerti a quattro mani.
Per l’occasione abbiamo raggiunta al telefono mentre si trovava a Firenze, qualche giorno fa.

Innanzitutto, Auguri di buon compleanno! È per la Scuola una grande gioia poterla festeggiare ed ascoltare contemporaneamente… certamente anche per lei tornare a Fiesole significa mettere mano a tanti ricordi…
Davvero moltissimi, e legati a colleghi eccezionali con i quali ho avuto la gioia di condividere fantastiche esperienze musicali. L’amicizia tra Piero Farulli ed il Trio di Trieste ci ha portato subito alla Scuola, e qui ho eseguito le Sonate di Beethoven col grande Norbert Brainin, per non parlare del Quintetto La trota che suonai con Norbert, Piero, Amedeo Baldovino e Franco Petracchi durante la Festa della Musica del 1994, in cui si celebravano i primi vent’anni di vita della Scuola… ero davvero molto emozionata!
Ho collaborato con Dario alla classe di musica da camera con pianoforte dal 1982 al 1997; ho tenuto lezioni agli strumentisti dell’Orchestra Giovanile Italiana, e molti degli attuali insegnanti della Scuola sono stati anche miei allievi!

Lei è nata in Australia, e lì è avvenuto il suo debutto, con il Primo Concerto di Beethoven insieme alla Sydney Symphony… nel 1937!!
Già, avevo solo dieci anni! E poco dopo iniziai un’attività molto intensa in tutto il Nuovissimo Continente, con l’ensemble Musica Viva Players. Centinaia di concerti, una vera missione che portava per la prima volta la grande musica in tutta l’Australia e in Nuova Zelanda.
È stata un’esperienza esaltante, che mi ha dato grandi soddisfazioni e che ancora prosegue, anche se col passare degli anni tutto è diventato più veloce, e le quotidiane sessioni di prova che ricordo ci impegnavano in quegli anni, sono state sostituite oggi da incontri molto più brevi.

Intanto lei approdava in Europa…
Esatto, era il 1952, e abitai prima a Londra e poi a Zurigo, dove conobbi Dario De Rosa. Da quel momento la mia vita si spostò in Italia, mentre l’attività professionale proseguiva in tutta Europa: ho suonato con le orchestre più importanti, e celebri direttori come Boulez, Dutoit, Gavazzeni, Kempe…

Qualcuna di queste occasioni di collaborazione le è particolarmente cara?
Fu una grande gioia portare in Italia per prima il Concerto per pianoforte di Benjamin Britten, un lavoro molto impegnativo che presentai a Torino con l’Orchestra Sinfonica della Rai diretta dall’indimenticabile Mario Rossi, ma molte altre collaborazioni mi sono vicine nella memoria, anche per quel che riguarda l’attività cameristica, che ho avuto la fortuna di esercitare con partner di grande livello come il Quartetto Amadeus, Pina Carmirelli, il Quartetto Fauré, di cui sono stata fondatrice, e molti altri. Con la violinista Takaya Urakawa ho tenuto moltissimi concerti in Giappone ed esplorato il repertorio per duo, compresa l’opera integrale di Max Reger, che abbiamo registrato in cd.
Con Massimiliano Baggio, il mio compagno in quest’avventura festosa, suonare è davvero un grande piacere. Lo ricordo tra i giovani che seguivano il corso per duo pianistico alla Scuola, per due anni insieme alla sua partner Cristina Frosini. Siamo rimasti sempre in contatto, e suoniamo spesso insieme.

Cosa è cambiato in questo lungo periodo, per quanto riguarda la musica da camera e l’insegnamento?
Ci sono stati molti cambiamenti, negli ultimi anni, e non sempre in meglio. Oggi abbiamo ensemble che hanno al loro interno musicisti che hanno raggiunto un ottimo livello strumentale, ma quello che manca è la quantità del lavoro insieme: si fanno poche prove, in gran fretta, e non si riesce a raggiungere la stessa profondità che scaturiva da una lunga consuetudine di lavoro comune… peccato per la musica!
Anche per quanto riguarda l’insegnamento oggi sono cambiate molte cose: i giovani richiedono una grande energia, perché hanno bisogno di risposte ad un’infinità di questioni sulle scelte da compiere per quanto riguarda il repertorio, la partecipazione ai concorsi… tutto troppo faticoso, così ho lasciato l’insegnamento.

Quali altri interessi coltiva Maureen Jones?
Amo moltissimo la pittura, e cerco di non perdere le iniziative più interessanti: sono venuta a Firenze proprio per vedere la fantastica mostra Il Cinquecento a Firenze a Palazzo Strozzi, dalla quale sono uscita entusiasta e commossa.

La ringrazio di avermi dedicato un po’ del suo tempo, parlare con lei è stato un vero piacere…
Anche per me, ma ora devo lasciarla… vado a studiare!!!

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